Dusan Vlahovic è stato protagonista di un gesto in Juventus-Lecce che non è passato inosservato: ecco cosa ha fatto il bomber
Non sempre il gol racconta tutto. E la partita di Dusan Vlahovic contro il Lecce ne è un esempio lampante. Il centravanti serbo non ha trovato la rete, è vero, e nel primo tempo ha anche sciupato una chance da pochi passi che grida ancora vendetta.
Ma chi si è fermato lì, ha perso il resto della storia. Perché, al netto dell’errore, Dusan è stato protagonista assoluto di due giocate che hanno sbloccato il match: due assist perfetti per Koopmeiners e Yildiz che hanno indirizzato la gara in favore della Juventus.
Un’attitudine da attaccante moderno, che non si limita più solo a fare il finalizzatore ma lavora per la squadra, si sacrifica, crea spazi, rifinisce. Eppure, poco dopo l’ora di gioco, quando il numero 9 si è acceso sulla lavagnetta del quarto uomo, la frustrazione di Vlahovic è apparsa evidente.
Non una protesta plateale, ma uno di quegli sguardi che raccontano tutta la voglia di incidere, di lasciare il segno anche nel tabellino dei marcatori. Tudor lo ha richiamato in panchina per far spazio a Kolo Muani, ma l’ex Fiorentina aveva ancora fame. E questa, per un attaccante, è una notizia tutt’altro che negativa.
Con la stagione ormai alle battute finali, la Juventus inizia a guardare oltre. E anche per Vlahovic si avvicina il tempo delle scelte. In 36 presenze stagionali, ha messo insieme 14 gol e 5 assist (compresi i due contro il Lecce). Numeri importanti, anche se non clamorosi, che parlano di un giocatore in crescita ma ancora con margini di miglioramento.
La sua media gol – un centro ogni 173 minuti – dice che l’efficacia c’è, ma manca forse un po’ di continuità. Le prossime sei partite di Serie A, che chiuderanno il campionato bianconero, potrebbero pesare parecchio anche in ottica mercato.
Il contratto con la Juventus scade nel 2026, ma i rumors su un possibile addio in estate non mancano. La dirigenza valuterà proposte, ma l’impressione è che molto dipenderà anche dalla volontà del giocatore. Vlahovic vuole sentirsi centrale nel progetto, vuole fiducia e continuità. Tudor, fino ad ora, gliel’ha data.
Ma il progetto tecnico del prossimo anno – e magari anche la presenza o meno in Champions League – saranno elementi fondamentali per definire il futuro del serbo. E soprattutto conterà anche la volontà del calciatore nel rinnovare il contratto: e Dusan, a cifre inferiori di quelle percepite attualmente, di firmare non ne vuole proprio sapere.
Guardandolo in campo, si capisce subito che Vlahovic è affamato. Non solo di gol, ma di risposte. Le sue giocate, la sua intensità, la sua rabbia (anche se composta) al momento del cambio, sono segnali chiari: vuole prendersi la Juve. Vuole trascinarla, lasciando il segno, forse per restare, forse per partire da protagonista. In ogni caso, il finale di stagione dirà molto. Sia per lui, che per la Vecchia Signora.
E allora la domanda è una: quanto pesa davvero un assist, se arriva al posto di un gol? Forse più di quanto si pensi. Perché in un calcio che ama le cifre, ci si dimentica spesso che l’efficacia passa anche per ciò che non finisce nei titoli. E Vlahovic, ieri sera, ha detto di esserci. Con o senza gol.
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