Milan, il colpo di scena su Fabio Paratici è davvero clamoroso: ora non ci sono più dubbi, ecco cos’è accaduto
Chi ha detto che le partite si giocano solo in campo? A volte, i colpi più inattesi arrivano dal silenzio degli uffici, da una videochiamata o da un accordo che sembrava spento. E questa storia ne è la prova.
Per giorni si era parlato con insistenza di un possibile avvicinamento tra il Milan e Fabio Paratici. Un contatto diretto con Gerry Cardinale, patron del club rossonero, aveva riacceso le speranze di vedere l’ex dirigente juventino seduto dietro la scrivania di Casa Milan. Ma ecco il ribaltone: Paratici torna al Tottenham.
Secondo quanto riportato da TBR Football, l’ex Chief Football Officer bianconero avrebbe raggiunto un nuovo accordo con il club londinese, pronto a riaccoglierlo in organico appena la sua squalifica – valida fino al 20 luglio – sarà terminata. Il ritorno non sarà simbolico: Paratici avrà un ruolo strategico nel team tecnico, affiancando il nuovo CEO Viani Venkatesham, ex Arsenal.
Una mossa che non lascia spazio a interpretazioni: Daniel Levy ha scelto di riaffidarsi all’esperienza dell’uomo che, tra alti e bassi, ha già contribuito a plasmare la struttura sportiva degli Spurs dal 2021 al 2023. E questa volta sembra avergli dato ancora più autonomia, specialmente in vista di decisioni cruciali come la possibile sostituzione di Ange Postecoglou. Tra i nomi che rimbalzano, anche quello di Simone Inzaghi.
Per il club rossonero, questa notizia suona come una chiusura. Nonostante l’interesse concreto manifestato durante un incontro virtuale tra Paratici e Cardinale, la porta si è chiusa prima che si potesse davvero aprire. Non è stato sufficiente nemmeno il lavoro di casting messo in piedi da Giorgio Furlani, CEO del Milan, che sta valutando diversi profili per dare una nuova direzione sportiva alla squadra.
Tra i nomi ancora in corsa ci sono figure di tutto rispetto: Tony D’Amico dell’Atalanta, Igli Tare, libero dopo l’addio alla Lazio, e Giovanni Manna, che lascerà il Napoli. Un mix di visione internazionale, conoscenza del calcio italiano e personalità forti. Ma il fascino di un nome come Paratici, forte della lunga esperienza in Italia e del network costruito in Premier, avrebbe potuto rappresentare un profilo di rottura, una vera e propria rivoluzione tecnica e culturale.
A questo punto, il Milan si trova a dover ridefinire le proprie priorità. Dopo l’addio a Paolo Maldini e Ricky Massara, il club ha bisogno di un dirigente in grado di coniugare intuizione e sostenibilità economica, visione internazionale e capacità di dialogo con proprietà e allenatore. Caratteristiche che Paratici avrebbe potuto offrire, ma che ora dovranno essere cercate altrove.
Il dietrofront di Paratici può sembrare una chiusura, ma forse è anche un’opportunità. Per il Milan, è il momento di puntare su un progetto coerente, senza inseguire nomi per forza altisonanti. La vera sfida sarà trovare un direttore sportivo che sappia inserirsi nel contesto rossonero senza snaturarlo, valorizzando quanto costruito finora e tracciando una rotta chiara per il futuro.
Intanto, dall’altra parte della Manica, Paratici si prepara a riprendersi il suo posto tra i grandi decision-maker del calcio europeo. Tornare agli Spurs non è solo una scelta professionale, ma anche una dimostrazione di fiducia da parte di un club che conosce i suoi pregi (e, probabilmente, i suoi difetti).
In fondo, il calcio è anche questo: scelte che sorprendono, piste che si raffreddano e giochi di potere che si muovono lontano dai riflettori. Ma la domanda ora resta aperta: chi sarà davvero l’uomo giusto per guidare il nuovo corso del Milan?
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