Milan, l’estate sarà rovente per il club: senza Champions League e coppe europee, almeno un big andrà via. Ecco la situazione

Lo hanno detto chiaro, senza girarci troppo intorno: la stagione è stata fallimentare. Lo ha ammesso perfino Giorgio Furlani nel post-partita contro il Bologna, e quando l’amministratore delegato si espone così, è chiaro che qualcosa bolle in pentola.
Senza Champions League, i conti non tornano: mancheranno all’appello circa 100 milioni di euro tra bonus UEFA, sponsor e diritti TV. Un buco enorme, soprattutto per un club che negli ultimi anni ha cercato di tornare stabilmente nell’élite europea. Londra, dove si muovono le leve decisionali del fondo RedBird, non ha digerito la delusione.
E ora, l’estate che attende il Milan rischia di essere una di quelle che lasciano il segno — nel bene o nel male. Il primo nome a finire nel vortice delle voci è Reijnders. L’interesse del Manchester City è concreto, e il Milan ha già fissato il prezzo: serviranno più di 70 milioni per strapparlo da Milanello.
Una cifra non casuale, visto che il centrocampista olandese ha da poco prolungato fino al 2030. Ma la sensazione è che il club rossonero, davanti all’offerta giusta, possa lasciarlo andare. Più che una voglia di cessione, si tratta di necessità. E se Reijnders può portare una grossa plusvalenza, c’è un altro nome che i tifosi faticano anche solo a immaginare lontano: Theo Hernandez.
Il francese, però, ha fatto sapere di voler restare. Solo un club come il Real Madrid potrebbe fargli cambiare idea. Più aperta, invece, la questione legata a Mike Maignan: i colloqui per il rinnovo sono fermi e, con un’offerta da 30 milioni sul tavolo, il Milan potrebbe accettare.
Milan, non solo Maignan e Theo: un altro possibile addio
Tutto questo senza dimenticare Leao, che ha ribadito il suo amore per i colori rossoneri, ma davanti a certe cifre provenienti dalla Premier League o dall’Arabia, ogni scenario resta aperto.

Non sarà una rivoluzione spettacolare, di quelle che portano volti nuovi a ogni angolo di Milanello. Sarà invece un processo selettivo, forse doloroso, ma guidato da una logica chiara: recuperare economicamente senza smontare completamente la squadra.
È una sfida più complessa del solito, perché la linea tra rilancio e ridimensionamento è sottile. Il mercato non sarà dettato solo dalle occasioni, ma anche da sacrifici che servono per tenere in piedi un progetto che, dopo quest’anno, ha bisogno di risposte forti. La vera domanda, però, è un’altra: quanto si è disposti a perdere sul campo per salvare i conti fuori dal campo? E soprattutto, chi pagherà davvero il prezzo di questa stagione così amara?