La batosta incassata in Champions League continua a condizionare l’Inter ed il tecnico nerazzurro che ora medita l’addio
Può davvero finire così? Non è solo una domanda da bar sport, ma il pensiero che in queste ore serpeggia nei corridoi di Viale della Liberazione. Dopo la sconfitta pesante – diciamolo senza giri di parole – nella finale, il futuro di Simone Inzaghi non è più una certezza. E, forse, non lo è nemmeno per lui.
Chi ha seguito l’Inter nelle ultime settimane sa bene che la batosta del 5-0 non è stata solo un KO tecnico. È stato un colpo all’anima, uno di quelli che lasciano il segno anche nei rapporti, nei progetti, nei pensieri. E proprio lì si inserisce l’offerta ricchissima dell’Al-Hilal: non è solo una questione economica – anche se le cifre fanno girare la testa – ma di motivazioni, stimoli, e sì, anche di dubbi. Inzaghi non ha mai detto “no” in modo netto. Non ancora. E questo, forse, è già una risposta.
L’incontro è fissato: martedì sarà il giorno della verità. Nessuna fretta, dicono, ma la sensazione è che il tempo non stia lavorando a favore della permanenza. Club e tecnico si sono presi qualche giorno per far sbollire la delusione, ma la realtà è che le cicatrici della finale si stanno trasformando in interrogativi.
Ogni passo falso della prossima stagione rischia di far riesplodere le polemiche, con la stampa pronta a tirare fuori – ancora e ancora – la finale di Champions e i fantasmi che si porta dietro. Nel frattempo, l’Al-Hilal continua il pressing, e non è un dettaglio secondario. Anzi.
Dall’altra parte, l’Inter non aspetta con le mani in mano. Marotta e Ausilio stanno già muovendosi sotto traccia, valutando diversi profili per una possibile – sempre più possibile – successione. Il nome che stuzzica di più è quello di Roberto De Zerbi, ma l’ex tecnico del Brighton avrebbe già un accordo verbale con il Marsiglia per un altro anno in Ligue 1. E allora?
Se De Zerbi è il sogno, Cesc Fabregas è la suggestione. Giovane, ambizioso, con un’idea di calcio propositiva e un passato da leader in campo. Il suo lavoro al Como non è passato inosservato, e ora il suo nome sta salendo rapidamente nella lista dei desideri dell’Inter.
Ma occhio: il Como non intende restare a guardare, e se il tecnico spagnolo decidesse di ascoltare l’eventuale proposta nerazzurra, si preannunciano settimane calde anche sul fronte lombardo.
Insomma, sono ore di riflessione, ma anche di movimento. A quindici giorni dal debutto nel Mondiale per Club, i nerazzurri non possono permettersi incertezze prolungate. Serve una direzione chiara, e serve in fretta. Inzaghi lo sa. La società pure.
Ma c’è una domanda che aleggia sopra tutto questo fermento: è davvero finita tra Simone e l’Inter, o è solo un momento di crisi destinato a rientrare? Per ora nessuno ha una risposta definitiva. Martedì, forse, ci sarà.
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