Il Como ha messo nel mirino Alvaro Morata per l’attacco: il bomber è reduce da sei mesi positivi al Galatasaray, eco quale sarà il suo futuro
Ti immagini Álvaro Morata sulle rive del Lago di Como, guidato da Cesc Fabregas? Sembra il tipo di sogno che si fa a occhi aperti, magari durante un pomeriggio d’estate, mentre il calciomercato impazza. Eppure, questo sogno potrebbe avere un pizzico di realtà.
Da quando il Como ha messo radici stabili in Serie A, la società non ha perso tempo: ambizione, investimenti e una visione chiara. Dopo l’arrivo di Martin Baturina dalla Dinamo Zagabria per una cifra che parla da sola (18 milioni più bonus), i lariani stanno alzando ulteriormente l’asticella.
E proprio lì, tra una trattativa e l’altra, spunta il nome che non ti aspetti: Morata. L’attaccante spagnolo, classe ’92, è reduce da una stagione divisa tra il Milan e il Galatasaray, dove ha messo insieme 13 gol complessivi. Un bottino non clamoroso, ma sufficiente per ricordare a tutti che quando sta bene, Morata è ancora un attaccante in grado di spostare gli equilibri.
Morata lascia il Galatasaray? Arriva il Como
E se il prestito ai turchi (in teoria fino a gennaio 2026) dovesse interrompersi prima del previsto, il Como sarebbe pronto a inserirsi. È una suggestione? Forse. Ma è anche una mossa coerente con il progetto dei fratelli Hartono: far crescere i giovani accanto a nomi di peso, creando una miscela di talento ed esperienza.
A dare ulteriore spessore a questa ipotesi c’è un nome che a Como sta già facendo la differenza: Cesc Fabregas. Con Morata ha condiviso lo spogliatoio ai tempi del Chelsea e tra i due c’è una forte intesa. Pare che un primo contatto ci sia già stato, e non è un dettaglio da poco.
Non è solo una questione di numeri o di opportunità di mercato: è una scelta che tocca anche il cuore e le relazioni. Morata ha più volte parlato di voler trovare stabilità e un ambiente che lo faccia sentire importante. Forse Como, con la sua bellezza e il suo progetto ambizioso, può offrirgli proprio questo. O magari no. Ma vale la pena chiederselo: se sei Morata, cosa scegli?
