Un talento precoce, una maglia pesante
Alla Juventus non si regalano numeri. E se qualcuno pensava che assegnare la 10 a un ragazzo cresciuto nel settore giovanile del Bayern fosse solo una mossa mediatica, oggi si trova a ricredersi. Yildiz ha già segnato in Serie A, ha mostrato colpi da fuoriclasse, e recentemente ha messo a segno una doppietta con la Turchia contro la Bulgaria.
E come se non bastasse, ha anche indossato la fascia da capitano. Tutto questo prima dei vent’anni. Il suo impatto non è passato inosservato. I tifosi lo amano, i compagni lo rispettano e persino chi gioca nelle squadre rivali lo guarda con attenzione.
Lo ha fatto anche Hakan Calhanoglu, che a SportMediaset ha detto: “Io non vincerò il Pallone d’Oro, ma Yildiz può farcela.” E se lo dice uno come lui, che gioca a livelli altissimi, forse vale la pena credergli. Ma c’è un’altra partita che si gioca fuori dal campo, lontano dai riflettori. Quella del contratto.
Rinnovo in vista: tra ambizione e cifre da aggiornare
Oggi Yildiz ha un contratto fino al 2029 e percepisce circa 1,5 milioni di euro all’anno. Per un titolare della Juve, ormai diventato simbolo e risorsa tecnica, è un ingaggio che non rispecchia più il suo valore attuale. La società lo sa bene e per questo è già al lavoro per definire un nuovo accordo. Le trattative sono in corso, e l’obiettivo è chiaro: blindare Yildiz sia sul piano economico che su quello temporale, estendendo il contratto fino al 2030 e raddoppiando (almeno) lo stipendio.
Non è una corsa contro il tempo, ma quasi. Il motivo? L’interesse sempre più concreto di diverse big europee. Dall’Inghilterra alla Spagna, in molti tengono d’occhio il giovane turco, consapevoli che un talento del genere, a queste condizioni, è una vera occasione. Ma la Juventus non vuole farsi trovare impreparata. E soprattutto, Kenan ha già fatto sapere di voler continuare a crescere in bianconero.
Ciò che manca è solo l’intesa definitiva sui dettagli. Quando si parla di un rinnovo che ridefinisce lo status di un calciatore, serve equilibrio, tempo e pazienza. La sensazione è che si arriverà alla famosa “fumata bianca”, ma senza bruciare le tappe. Né la Juventus né Yildiz hanno fretta di cambiare rotta.
La vera domanda, forse, è un’altra: quanto può crescere ancora questo ragazzo? E quanto sarà importante per la Juve tenerselo stretto, in un momento storico dove ricostruire una squadra vincente passa anche (e soprattutto) dalla capacità di valorizzare i propri gioielli?