Kenan Yildiz è senza dubbio il calciatore di maggior talento della Juventus: ma c’è un problema attorno al suo nome, il ruolo chiave potrebbe cambiare
Vi siete mai chiesti cosa succede quando un giovane di talento, fisso al centro dell’attenzione, viene spostato in modo deciso in un nuovo ruolo? È quello che sta accadendo con Kenan Yildiz, che presto avrà una collocazione diversa rispetto a quella vista finora nella Juventus di Igor Tudor – e non solo. Dietro questo spostamento c’è una visione: mettere il ragazzo al centro, ma anche costruire una squadra attorno che abbia il livello per sostenerlo e proteggerlo.
Quando pensiamo a Kenan Yildiz, emergono subito i numeri: doppio assist alla prima giornata contro il Parma, un gran gol e un passaggio decisivo nella supersfida con l’Inter, una buona partenza in Champions League. Poi però – come raccontano diverse cronache – la Juve di Tudor si è fermata, e con lei la fase di decollo del giovane turco, messo in posizione “marginale”, spesso lontano dal centravanti e senza zone di riferimento attorno.
Ora cambiano le carte in tavola. Nella nuova versione che sta già abbozzando l’imminente arrivo di Luciano Spalletti, Yildiz sarà uno degli snodi principali: dal tridente o dal 4-2-3-1, verrà spostato alle spalle di due attaccanti, con due mediani bloccati ed ali dediti maggiormente alla fase difensiva.
Questo cambio è significativo: non più ala o ruolo laterale, ma calciatore centrale di creazione. È un riconoscimento concreto della sua qualità, del suo numero 10 e della necessità di dargli la collocazione che merita.
Mettere al centro Yildiz è una scelta tattica e simbolica. Ma da sola non basta. La società – dirigenza e proprietà – lo sa bene: per tenerlo e valorizzarlo, non basta la maglia numero 10, serve un progetto serio. D’altronde, si parla di rinnovo contrattuale in vista, di adeguamento ingaggio per rendere il giovane turco “top-player” e allontanare le tentazioni delle big straniere.
In parallelo, però, se la squadra non alza il livello – se non torna ad avere stabilità, competitività, mentalità europea – il rischio diventa concreto: la Juve potrebbe trovarsi costretta a cedere anche un talento come lui. Ne parlano in chiave economica: senza Champions, la Juve rischia di fare cassa. E Yildiz potrebbe diventare una pedina chiave.
Questo implica che il “nuovo” Yildiz ha bisogno di compagni, di un modulo, di un contesto che supporti la sua crescita: mediani che sanno difendere e costruire, esterni che aiutano la fase offensiva e una prima punta con cui dialogare. In questo senso, Spalletti parte con un vantaggio: ha dimostrato di saper valorizzare talenti con strumenti tattici e mentalità forte.
Per il lettore che segue la juventinità o semplicemente il calcio giovane e d’avanguardia, la domanda che rimane è: riuscirà la squadra a salire di livello abbastanza da far sì che Kenan Yildiz non sia solo un faraone solitario, ma il fulcro di un sistema che punta davvero in alto? E voi, che cosa pensate della collocazione futura del ragazzo: lo vedete più fantasista puro o numero 10 “alla vecchia scuola” moderno?
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