Un allenatore mette al centro “Agire, non solo Reagire”. Tra campo, dettagli e rapporti umani, emerge una traccia chiara per la prossima sfida dei neroverdi.
Succede spesso nel calcio: si rincorre l’episodio, si tampona l’urgenza, si aspetta l’onda per cavalcarla. Eppure, certi gruppi crescono davvero quando passano dall’istinto al progetto, dal riflesso all’iniziativa. L’idea suona semplice. L’applicazione, com’è noto, costa fatica, coraggio e qualche scelta impopolare.
Questa settimana, un tecnico ha messo al centro dello spogliatoio una frase che pesa: “Agire, non solo reagire”. Ha chiesto mente lucida nei primi passaggi. Ha preteso linee corte quando la palla scappa. Ha insistito su un punto: decidere cosa fare, e non solo rispondere a ciò che fanno gli altri. Il messaggio si capisce meglio guardando il campo. Il gruppo ha mostrato carattere nei minuti finali. Ha retto la pressione emotiva. Ma il tecnico non si è accontentato del guizzo. Ha ricalcato il concetto: quello slancio serve come base, non come alibi.
E qui entrano i fatti. Il Sassuolo ha strappato un pareggio in extremis contro il Pisa. Il punto smuove la classifica e alleggerisce l’aria, ma la sostanza è un’altra: per Grosso, il passo successivo sta nel prendere l’iniziativa fin dal primo minuto. Pressing sincronizzato, prime uscite pulite, scelte verticali quando serve e possesso utile quando conviene. Niente fronzoli: struttura semplice, esecuzione rapida, responsabilità chiara.
Chi ha seguito i neroverdi sa che la squadra sa soffrire e ribattere. Ora si tratta di produrre gioco prima che il match lo imponga. Lavoro sui dettagli? Tanti. Palle inattive con obiettivi misurabili. Seconda palla attaccata da almeno due uomini. Esterni pronti a chiudere il campo verso l’interno per proteggere la linea. Dettagli che cambiano ritmo e percezione.
C’è anche un lato umano che conta. Dopo la gara è emerso il riferimento a un affetto reciproco con Gilardino. I due condividono una storia comune nel calcio italiano e una stima che non nasce ieri. Non risultano però comunicazioni ufficiali che confermino un incontro diretto tra i due in occasione della sfida con il Pisa: il riferimento appare legato al rapporto personale, non a un episodio di bordocampo legato a questa partita.
Il tecnico neroverde ha usato toni netti ma non cupi. Ha riconosciuto il valore del punto. Ha chiesto però di alzare l’asticella mentale: la squadra deve scegliere quando accelerare, quando congelare, quando alzare la linea. La rosa lo consente. Il calendario, in Serie B, non perdona i tempi morti.
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