La Fiorentina è ultima in classifica, unica a non aver ancora vinto. Crisi vera, intanto cambio di strategia sui rigori? Mandragora si assume la responsabilità con Gudmundsson e Kean in campo
La pressione che si vive in quei brevi secondi prima di calciare un rigore è immensa. In quel momento, la squadra non sceglie soltanto chi avrà il compito di trasformare il tiro, ma designa anche un leader. Nella Serie A, l’ordine dei rigoristi non è mai qualcosa di statico; si tratta piuttosto di una lista dinamica che si aggiorna costantemente, tenendo conto della forma fisica dei giocatori e delle strategie per affrontare l’avversario. La Fiorentina segue questa tendenza, mostrando una flessibilità notevole nella scelta dei suoi esecutori.
Fino a poco tempo fa, la Fiorentina ha seguito un approccio piuttosto tradizionale nella scelta dei suoi rigoristi, affidando questa responsabilità principalmente agli attaccanti. Questa scelta è motivata dalla volontà di proteggere la fiducia dei giocatori più offensivi e di premiare coloro che hanno il compito principale di segnare. Durante gli allenamenti, si lavora molto su questa fase di gioco, decidendo l’ordine degli esecutori e ripetendo i gesti tecnici necessari.
Tuttavia, esiste un’altra filosofia che alcuni staff tecnici preferiscono adottare, basata su una gerarchia situazionale. In questo caso, non è il ruolo in campo a determinare chi debba calciare il rigore, ma altri fattori come la sensazione di prontezza del giocatore, la sua percentuale di successo in allenamento e la sua capacità di leggere le mosse del portiere avversario. Questo approccio riduce la prevedibilità e alleggerisce la pressione sugli attaccanti.
Un esempio lampante di questa strategia si è visto nella recente partita contro il Sassuolo, dove, nonostante la presenza in campo di Gudmundsson e Kean, è stato Mandragora a prendersi la responsabilità del rigore. Questa scelta ha rappresentato una deviazione significativa dalla prassi abituale e potrebbe indicare l’inizio di una nuova gerarchia per i rigori nella Fiorentina, o forse solo una scelta dettata dalle circostanze specifiche di quella partita.
Affidare il rigore a un centrocampista in un momento cruciale della partita può avere effetti benefici sulla psicologia degli attaccanti, soprattutto se la squadra necessita di maggiore lucidità nelle fasi offensive. Questo tipo di decisioni può essere visto come un investimento psicologico, in quanto un gol su rigore può avere un valore doppio nella mente dei giocatori, influenzando positivamente le loro prestazioni future.
Vedere Mandragora assumersi questa responsabilità non è solo un segnale di fiducia da parte dello staff tecnico, ma anche un messaggio chiaro al resto della squadra: la scelta del rigorista si basa sulla prontezza e non necessariamente sul ruolo tradizionale. Questo potrebbe significare che, in futuro, vedremo una maggiore varietà di giocatori avvicinarsi al dischetto, aumentando così l’incertezza per gli avversari che cercano di anticipare le mosse della Fiorentina.
Senza annunci ufficiali, è difficile dire se questa scelta rappresenti un cambiamento definitivo nella strategia dei rigori della Fiorentina. Tuttavia, l’episodio offre numerosi spunti di riflessione e potrebbe indicare una preferenza per un approccio più flessibile e condiviso nella gestione dei rigori, con un pool di giocatori affidabili pronti a prendersi questa responsabilità in base alle circostanze del momento.
In conclusione, la recente scelta della Fiorentina di affidare un rigore a Mandragora potrebbe aprire nuove prospettive sulla gestione dei momenti chiave della partita e sulla psicologia dei giocatori. Resta da vedere come questa strategia evolverà nel tempo e quale impatto avrà sulle future prestazioni della squadra.
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